La casa passiva nasce con l’originale denominazione tedesca Passivhaus e rappresenta, attualmente, la tipologia di abitazione che consente il risparmio energetico più consistente. Di nascita europea, è il risultato della ricerca universitaria incentrata sul settore della bioedilizia, uno dei più grandi contributi allo sviluppo dell’edilizia sostenibile.
La casa passiva: la nascita di una scoperta
La casa passiva nacque in Germania più di venti anni fa, precisamente nell’anno 1998, dalle menti del fisico tedesco Wolfgang Fest e da Bo Adamson, ricercatore presso la facoltà di Ingegneria a Lund, in Svezia; i due unirono le rispettive università in una collaborazione volta allo sviluppo di una nuova tipologia di abitazione, che sfruttasse le caratteristiche dei materiali impiegati nella costruzione e l’energia del sole per abbattere radicalmente i consumi destinati al riscaldamento dei locali interni.
All’epoca, gli accorgimenti utilizzati, quali la coibentazione delle pareti, l’orientamento dell’edificio, l’installazione di infissi con bassi livelli di trasmittanza o i sistemi di ventilazione per il recupero di calore, erano già stati ampiamente utilizzati in più applicazioni, ma mai tutti insieme in una stessa abitazione. Proprio attraverso la coordinazione di questi dispositivi ed accorgimenti, in maniera ragionata, e l’altissima qualità dei materiali impiegati, si riuscì a portare al massimo livello i valori di efficienza energetica, realizzando una tipologia di edificio che, anche durante la stagione invernale, quasi non necessitava di un impianto di riscaldamento, nonostante i climi rigidi nordeuropei.
Da quel momento, il concetto di casa passiva si diffuse rapidamente: dai paesi del nord e centro Europa, recentemente è stato applicato anche negli Stati Uniti. Da qualche anno, qualche esemplare di casa passiva è stato realizzato anche in Italia, anche se l’applicazione di dettami nati nei climi rigidi nel nord Europa richiede necessariamente delle revisioni nell’inserimento in un Paese dal clima temperato come l’Italia. Allo stato attuale, pertanto, nel territorio italiano è in atto uno studio di adeguamento del progetto originale, allo scopo di ottenere buoni risultati anche in climi differenti.
Che cos’è la casa passiva
La casa passiva è il risultato dell’applicazione simultanea di una serie di accorgimenti tecnici volti alla riduzione dei consumi per il riscaldamento.
Primo tra tutti, l’isolamento termico: in questi edifici viene ottenuto grazie ad un aumento dello spessore dell’isolante e collocando lo strato all’esterno di ogni parete, anziché all’interno, comprendendo anche la coibentazione del tetto. Grazie a questo perfetto isolamento, l’abitazione riesce a riscaldarsi anche grazie al calore emanato dagli elettrodomestici, dall’illuminazione o dai raggi solari che entrano dalle finestre. Queste ultime, nella casa passiva, rivestono un ruolo fondamentale: realizzate in vetro triplo anziché doppio, consentono livelli di trasmittanza paragonabili a quello dell’involucro edilizio. Anche la forma dell’abitazione può giocare a favore dell’isolamento: edifici più compatti fanno sì che il calore si preservi più a lungo rispetto ad edifici dalla forma spezzettata. È inoltre fondamentale, studiare l’esposizione in modo tale che le pareti più idonee ad assorbire il calore, come ad esempio le superfici vetrate, siano le più soleggiate, mentre le pareti più fredde e meno soleggiate siano adeguatamente coibentate. La ventilazione dell’aria è costantemente controllata da un motore ad alta efficienza energetica e da un dispositivo per lo scambio termico, in modo tale che permetta all’aria in entrata di assorbire quasi totalmente il calore dell’aria in uscita.
La casa passiva può essere realizzata con ogni materiale da costruzione; in numerose applicazioni viene utilizzato il legno strutturale, con la possibilità di realizzare case passive in legno prefabbricate.