Oggi si parla molto delle case ecologiche, soprattutto in ambito di qualità di vita e impatto ambientale. Questi sono infatti i punti ai quali si ispirano tutte le tecnologie moderne adottate per realizzare edifici a basso fabbisogno energetico e caratterizzati da una elevata sicurezza in termini di salute umana. Al riguardo, si parla anche di bioedilizia o di case bio.
Le caratteristiche delle case ecologiche
Costruite con materiali naturali ricavati da fonti gestite in maniera rispettosa dell’ambiente, le case ecologiche sono anche strutture in grado di richiedere un minimo quantitativo di energia per essere riscaldate durante tutta la loro vita. Anche il raffrescamento estivo ed il recupero dell’acqua sono considerati in questa tipologia di case. Nel primo caso, l’alta qualità degli isolamenti che determina una elevata efficienza termica invernale, garantisce un’ottima coibentazione anche contro il calore estivo; nel secondo caso, sono previsti sistemi di raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana, particolarmente sfruttata, ad esempio, per irrigare il giardino.
Il trend di diffusione delle case ecologiche
Negli ultimi anni si è assistito ad un sensibile aumento di queste abitazioni ecologiche. Se nel 2010 rappresentavano solo il 6% del patrimonio immobiliare, questo valore è più che raddoppiato nel 2015 (15%), a dimostrazione che l’intero comparto della bioedilizia è in forte crescita. Un indicatore molto importante che testimonia l’interesse per le case ecologiche, costruite prevalentemente in legno, riguarda il numero di associati, più che raddoppiato negli ultimi anni, presso le principali organizzazioni di settore come, ad esempio, Assolegno.
I numeri del risparmio delle case ecologiche
A giustificazione della considerevole attenzione rivolta verso le case ecologiche parlano i numeri diffusi da Autodesk Lab / ableskills.co.uk, che indicano un risparmio complessivo di energia pari al 30-50%, una riduzione del 35% sulle emissioni di anidride carbonica, il 70% in meno di produzione dei rifiuti ed il 40% in meno di consumo di acqua.
Comprensibilmente, le case ecologiche hanno avuto il loro maggiore sviluppo in quei paesi del mondo dove la fonte primaria, ossia il legno, è particolarmente disponibile e sfruttata. Nel 2015, i paesi scandinavi detenevano l’80% delle quote di mercato di questo settore, seguiti dall’Austria con il 30%. In Italia, oltre al dato riportato precedentemente, è emblematico il fatto che ogni 12 nuove abitazioni realizzate, una di queste è una casa ecologica.
Dal punto di vista del bilancio energetico nazionale è altrettanto interessante la previsione fornita dalle associazioni Facility Management, che riportano una spesa energetica di 2 miliardi all’anno, con un indotto potenziale di nuovi posti di lavoro prossimo alle 400 mila unità.
Le esternalità positive delle case ecologiche
A fianco degli indicatori sopra descritti, le case ecologiche apportano una serie numerosa di esternalità positive che, nel medio e lungo periodo si traducono in altrettanto importanti vantaggi economici per la società. La miglior qualità di vita fruibile attraverso questa tipologia di edifici, costruiti senza l’impiego di materiali potenzialmente dannosi per la salute umana, contribuisce ad incrementare il livello medio della popolazione in buona salute ovvero a diminuire il costo del sistema sanitario per la cura delle patologie riconducibili alla pericolosità dei componenti delle case tradizionali (es. amianto e fibra di vetro).